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“Nuove strade non sono mitigazioni ambientali, hanno un impatto negativo”

Si è tornati a parlare del Protocollo d'intesa sottoscritto dai sindaci, Sea ed Enac e che doveva prevedere tra l'altro nuove strade. "Ma lo stesso Ministero dice che non si può definirle come compensazioni o mitigazioni"

Prime opere per la Variante 341 Pedemontana-Samarate

Una tangenziale in cambio del “sacrificio” della brughiera? «Nuove strade non si possono chiamare “compensazioni o mitigazioni ambientali”, sono nuove opere». 

Lo sottolinea Jimmy Pasin, architetto e storico “analista critico” sullo sviluppo dell’aeroporto. Lo dice all’indomani del nuovo incontro sul Masterplan Malpensa, in cui si è tornati a parlare di opere inserite in quel Protocollo d’intesa che i sindaci  della zona di Malpensa avevano firmato nel 2022 e che conteneva opere “in cambio” del via libera alla cargo city.

Il sindaco di Somma Lombardo Stefano Bellaria ha sempre difeso la validità di quel Protocollo, che comprende opere come l’ampliamento di via Giusti (strada tra Somma e la superstrada 336), la tangenziale di Somma e anche la Variante 341, che ad esempio è anche un intervento molto contestato sul territorio del Comune più toccato, Samarate (se ne parla molto in questa campagna elettorale).

Per Pasin queste opere non sono compensazioni o mitigazioni. Anzi, non solo per Pasin: l‘architetto infatto cita proprio il Decreto VIA del Ministero dell’Ambiente che inquadra gli interventi come «nuovi progetti di infrastrutturazione del territorio, che comportano nuovi impatti ambientali e nuovo consumo di suolo».

«Dopo aver definito l’uso del termine “compensativi” come “improprio”», la Commissione VIA nel suo Decreto «decide di non prendere nemmeno in considerazione il “Protocollo” per non peggiorare la situazione e considerarlo un “aggravio degli impatti”».

Tra l’altro in questi giorni anche l’ex sindaca di Lonate Pozzolo Nadia Rosa ha ricordato, nell’ambito di una polemica a livello comunale con l’attuale sindaca,  «che le strade non sono compensazioni ambientali». Rosa aveva sottoscritto quel protocollo, che comprendeva comunque anche altri interventi, più sul fronte ambientale vero e proprio. Alla fine sindaci di colore politico avevano accettato la mediazione convinti che il via libera al Masterplan come era sarebbe arrivato. In realtà è andata diversamente, visto che il Ministero ha “stoppato” l’espansione della Cargo City nelle forme in cui era pensata costringendo ora a cercare nuove mediazioni.

Di seguito l’intervento completo di Pasin

 

CHIARIMENTI SULLE COSIDDETTE COMPENSAZIONI E MITIGAZIONI AMBIENTALI PREVISTE NEL PROTOCOLLO D’INTESA

In riferimento all’Articolo con l’intervista rilasciata da Bellaria, in particolare all’ultimo passaggio dove si dice:

• «Gli impegni presi con il protocollo d’intesa verranno rispettati», premette Bellaria. «Ma è chiaro che le compensazioni verranno rimodulate in base al tipo d’espansione dell’area Cargo». In sintesi: se si riduce l’ampliamento del sedime, si riducono anche le mitigazioni.

voglio ricordare che, nel documento “Parere n.443 del 21 aprile 2023” allegato al Decreto Ministeriale che ha rilasciato la VIA del Masterplan 2035, a pag 213, in riferimento agli interventi previsti dal cosidetto “Protocollo di Intesa”, si trova scritto:

• “Al riguardo in primo luogo la Commissione rileva che, lungi dal trattarsi di compensazioni ambientali, quali richieste dall’art. 22, comma 3, lett. c) del decreto legislativo 152/20006, le previsioni del Protocollo consistono in nuovi progetti di infrastrutturazione del territorio, che comportano nuovi impatti ambientali e nuovo consumo di suolo, non valutati né nell’ambito di un procedimento di VAS congruo rispetto a previsioni di ordine pianificatorio, né tanto meno oggetto di valutazione dell’impatto cumulativo con il progetto in esame, nell’ambito dell’attuale procedimento di VIA. Tanto meno è ipotizzabile il rinvio di una loro successiva valutazione ad altra procedura: ciò che è precluso dal divieto di valutazione frazionata degli impatti ambientali aventi matrice unitaria e concorrenti.”

C’è quindi da augurarsi che per quegli interventi, chi ne parla, cominci a capire che non può chiamarli “compensazioni o mitigazioni ambientali”, ma si cominci a fare riferimento a “nuove opere” che abbisognano di procedure VAS o VIA ad hoc.

Tanto era sconclusionato quel documento, che la stessa Commissione VIA scrive:

In disparte quindi l’uso improprio del termine “compensativi”, la Commissione evidenzia come il Proponente non possa, in sede di VIA e di VIncA, prevedere opere non già proposte in sede di istanza. (…)
Il suddetto Protocollo, pertanto, non può essere preso in considerazione, ai fini della presente valutazione a meno di essere considerato quale aggravio degli impatti, non analizzati.

Dopo aver definito l’uso del termine “compensativi” come “improprio”, decide di non prendere nemmeno in considerazione il “Protocollo” per non peggiorare la situazione e considerarlo un “aggravio degli impatti”.

Chi si è innamorato di quel documento, può andare a rileggersi quindi un documento ufficiale del Ministero, se non vuole andare a rivedere le mie osservazioni dello scorso anno allo stesso “protocollo”.

Pubblicato il 23 Maggio 2024
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