Aperitivo e scambio di idee: la proposta condivisa dal Comitato per la salvaguardia dei boschi di Samarate
Un susseguirsi di interventi sul tema della salvaguardia del territorio. Svelata la necessità di analisi congiunte per frenare gli effetti cumulativi delle compromissioni ambientali, di sentirsi tutti parte della comunità e di giocare d’anticipo
Un ricco buffet è stato allestito al Circolo di Samarate e tra un assaggio e l’altro c’è chi conversa e si scambia idee: ecco la prefazione della serata che verrà. Il Comitato per la salvaguardia dei boschi di Samarate ha invitato amici e concittadini che hanno ampiamente aderito all’appuntamento conviviale, cui hanno fatto seguito testimonianze di vissuti diversi per uno scambio esperienziale, di tecniche e di modus operandi, per ottenere la tutela del territorio.
Jimmy Pasin interviene: necessaria efficienza dei progetti e analisi complessive. Non sono nuove le modifiche sulla variante
Si inizia e il primo intervento è dell’architetto e docente universitario Jimmy Pasin. Il focus iniziale sull’efficienza. “Questa infrastruttura, questo progetto serve davvero?”, così il professore ha interrogato gli ospiti. Pasin sostiene che sia “assurdo sprecare territorio” e porta ad esempio l’Autostrada A35 nota come BreBeMi, auspicando che i nostri territori, quelli a confine con Malpensa e quelli del Parco del Ticino, non debbano in egual modo perire.
Con questo gancio Pasin entra nel merito della questione samaratese. Il professore, riferendosi alla variante, chiede “questa strada serve a qualcosa?” , “era stato detto ‘al traffico’” si risponde. L’architetto ammette che “se vai a vedere, scopri che il progetto suggerisce lo spostamento del traffico”, ma non il traffico delle vie samaratesi – inferiore a quello di Somma Lombardo – bensì quello che si genera attraverso l’ampliamento di Malpensa.
Aggiunge Pasin che la strada che potrebbe tagliare i boschi per un terzo verso Samarate e due terzi verso Busto Arsizio già nel primo progetto aveva in sé l’idea del raddoppio delle corsie, dal momento che erano presenti margini per contenerne due ulteriori, non illustrate nel primo piano presentato.
L’architetto sposta poi l’attenzione sul tema degli esami generali: suggerisce così la necessità di un’analisi complessiva di progetti infrastrutturali congiunta tra tutti i territori dell’area. Qui il modello da cui non prendere esempio è la tratta sia ferroviaria che aerea Roma-Milano, sviluppata quando ancora lo Stato era proprietario di Alitalia, che non ha dato origine ad altro se non al fenomeno dell’auto concorrenza. Si coniuga così l’esempio calzante della locale costruzione di una linea ferroviaria e parallelamente di una strada; la prima giustificata dalle imminenti Olimpiadi invernali Milano Corina 2026, che però potrà accogliere treni sui suoi binari solo dopo il termine dei Giochi.
Dopo l’assist di Pasin sugli effetti cumulativi, Gilardi: che le compensazioni non siano ulteriori infrastrutture
La parola passa al dottor Walter Giraldi di Viva Via Gaggio che mette il punto sugli effetti cumulativi. “Il nostro territorio, talmente frazionato, ospita infrastrutture su ogni frazione. Siamo noi che le vogliamo, senza renderci conto di quanto inquinamento provochiamo, di quanto suolo e biodiversità perdiamo” afferma. Suggerisce che l’unico strumento che ci può permettere di capire quanto il territorio possa ancora sopportare in termini di salute è la visione del territorio come un unicum: “i problemi di samarate non rimangono a Samarate”.
Interviene poi sul tema delle compensazioni. Gilardi ricorda che le opere compensative richieste per Malpensa 2000 hanno avuto tutte carattere infrastrutturale: si è data vita a una lista dei desideri dei Comuni limitrofi che hanno ottenuto strade e hotel. Rammenta anche che queste opere sono sempre state finanziate con fondi pubblici: “la delocalizzazione e gli indennizzi li abbiamo pagati noi con le nostre tasse”.
“La cosa che dobbiamo fare noi come semplici cittadini? Avere un dialogo e una rete che aiuti ad affrontare queste cose, partire per tempo e accorgerci quando queste bozze vengono presentate” chiude Gilardi.
Parco del Ticino: l’ambiente una priorità di tutti
È il turno di Tiziano Zocchi, Consigliere del Parco del Ticino, che afferma che per la tutela del territorio sia necessario ”partire dai PGT, parlare coi Consiglieri, andare ai consigli comunali, fare pressioni sui consiglieri”. Aggiunge che il rispetto dell’ambiente deve partire dal singolo: “dobbiamo avere il coraggio di mandare a casa certa gente: è in nostro potere” afferma. Invita inoltre a non lasciare che la salvaguardia del territorio sia una lotta di nicchia “di gente che non ha voglia di lavorare”, ma che sia una lotta condivisa, “perché tutti sui nostri smartphone siamo capaci di leggere la qualità dell’aria”.
Zocchi chiude con “il fiume fa il fiume, scorre con le sue acque e occupa spazio, occupa lo spazio che deve occupare. Il tempo di ritorno arriva, prima era monosecolare, ora si tratta di mesi: l’ambiente deve essere la nostra priorità”.
L’ambiente tra capitalismo e guerra: necessaria la resilienza
Anche Francesco Tiziani spende due parole sul devoir faire per la tutela prioritaria del territorio e trova la chiave nella resilienza, la capacità che dobbiamo avere di resistere alle provocazioni, alle proposte infrastrutturali, per il benessere nostro, abitanti dell’area coinvolta.
Interviene poi il gruppo Tanuki, un collettivo di individui della Provincia di Varese i cui componenti sono accomunati dalla volontà di difendere un territorio già compromesso dalle continue devastazioni ambientali. Loro cercano di ampliare il raggio della discussione introducendo il tema del capitalismo: la merce scorre nelle sue vene e servono strade per farla correre veloce. Si aggiunge il tema della dilagante belligeranza: “già sappiamo che sulle nostre ferrovie vengono trasportati armamenti, che anche l’aeroporto diventi un hub di guerra non è uno scenario così remoto”.
Cittadini non solo del nostro Comune, ma anche del Parco del Ticino
“Si sa dove si comincia, ma non dove si finisce”, questo l’incipit di Daniele Porrini del Comitato no raid di Casorate in riferimento a Malpensa 2000. Porrini ricorda così che il Piano d’area del 1999 non conteneva la valutazione di impatto ambientale strategica perché era ancora inesistente la Direttiva europea, come non conteneva gli ampliamenti proposti.
Porrini riconosce e diffonde tra il pubblico un grande successo: per la prima volta è stato riconosciuto il limite fisico di Malpensa. Per questo Porrini racchiude gli interventi precedenti invitando a non sentirsi cittadini solo del proprio comune, ma anche del Parco del Ticino che in questo limite ha visto una vittoria.
Presidi notturni e domenicali: come agire per evitare quella fase della resilienza
É Gabriella Bossi a portare la testimonianza dell’operato sul campo: racconta i presidi notturni e domenicali e il resistere all’arrivo delle forze dell’ordine e dei dipendenti delle imprese assoldate per la realizzazione delle opere infrastrutturali. Ricorda che a Samarate sono stati fatti applausi quando sono stati abbattuti alberi per la costruzione di supermarket: “i supermercati rendono, i boschi non rendono” ammette, ma suggerisce di includere nel rendimento l’analisi costi-benefici per la nostra salute.
A chiudere la serata è Elisa Giaccherello, attivista e cantante. Per far comprendere la necessità di sentirsi parte di una comunità per risolvere i problemi che la interessano, Giaccherello ha esposto dinamiche di vicinato che per analogia si collegato al tema principale. Ha concluso poi il suo intervento auspicando che i presidi non debbano più essere necessari grazie a una migliore scelta degli amministratori e a un’azione collettiva.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
lenny54 su Entrano in vigore le nuove tariffe "metropolitane", Saronnese e Busto più vicine a Milano
Felice su Fucile d'assalto e mitragliette nella casa dell'ex ispettore di Malpensa
lenny54 su In vendita casa Bossi, villa simbolo della "Lega di una volta"
lauralaura su Ospedali troppo caldi: la Regione comprerà i condizionatori
gcbiakmw su Lo spinello fa male
Rita Campiotti su Torna IceOut, qual è la vostra gelateria preferita?
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.