Omicidio di Busto Arsizio, i silenzi di Emanuele Mirti e l’arma che non si trova. Sabato l’interrogatorio
L'uomo si è avvalso della facoltà di rispondere durante l'interrogatorio con il procuratore Nocerino e sarà sentito domani dal Gip. L'avvocato: "Ha definito cordiali i rapporti con Davide Gorla"

Ha parlato per la prima volta col suo avvocato questa mattina, venerdì, Emanuele Mirti, il 50enne sospettato di aver ucciso il suo padrone di casa e noto commerciante di Busto Arsizio, Davide Gorla.
Il silenzio di Mirti
Il legale Roberta Bono lo ha incontrato in carcere a Busto Arsizio dopo che ieri, interrogato dal procuratore capo di Busto Arsizio Carlo Nocerino, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere in attesa di poter parlare prima con il difensore.
Il debito da 10 mila euro
Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: mercoledì sera avrebbe ucciso con un’arma da taglio il sessantaquattrenne commerciante, nel suo negozio in pieno giorno e in pieno centro a Busto Arsizio. Il movente potrebbe essere economico, un debito che Mirti avrebbe maturato nei confronti di Gorla di circa 10 mila euro, relativamente al mancato pagamento dell’affitto dell’appartamento di viale Lombardia dove viveva.
L’avvocato: “Rapporti cordiali con Gorla”
L’avvocato, che questa mattina ha ottenuto l’incarico di fiducia dal 50enne, non conferma e non smentisce l’esistenza di questo debito e del relativo parziale saldo di una parte tramite un bonifico fatto il giorno stesso del delitto: «Ho provato a chiederglielo ma non mi ha detto ne sì ne no, relativamente a questa circostanza. Mi ha descritto i rapporti con la vittima come cordiali, senza implicazioni personali. Non posso dire nient’altro in questa fase, vedremo domani mattina quando ci sarà l’interrogatorio di garanzia» – ha detto laconicamente il difensore.
Gli elementi che lo inchiodano
Gli elementi a suo carico sono numerosi, oltre al possibile movente economico: dai testimoni accorsi nel negozio mentre l’aggressione era in corso, che potrebbero averlo visto in volto, alle telecamere che nel centro lo hanno inquadrato numerose volte, anche mentre si cambiava la maglietta probabilmente sporco di sangue al fatto che i due avevano un appuntamento proprio quel pomeriggio, come confermato dallo stesso Mirti.
L’arma del delitto
Proseguono, intanto, le indagini della scientifica e del Commissariato di Busto Arsizio, diretto dal vice questore Cristian Piron. Si cerca ancora l’arma usata per il delitto (un tagliacarte o un taglierino trovato sul posto o un coltello) e la maglietta che, secondo gli inquirenti, Mirti si sarebbe tolto. Si attendono anche i risultati dei reperti raccolti nell’auto dell’indagato.
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