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59 positivi a Gallarate. “Ma è sbagliato dare segnali di chiusura”

Oggi anche casi con quarantena nelle scuole. Polemizzando con altri sindaci in provincia, il primo cittadino Andrea Cassani conferma gli appuntamenti della città, come Duemilalibri. "No a scelte pilatesche"

Gallarate vista dall'alto, dal campanile della Basilica (inserita in galleria)

Crescono i numeri del contagio, anche a Gallarate. 59 i positivi “contabilizzati” ad oggi, 15 in più rispetto di ieri. Mentre aumentano anche i casi di quarantena nelle strutture scolastiche ed educative, con tre casi che hanno costretto a misure di isolamento per docenti e bambini (oggi qui e qui).

«Ma dare un segnale di forte chiusura non è un segnale positivo» ha però detto oggi il sindaco Andrea Cassani, polemizzando con i Comuni in cui si sta attuando una stretta significativa sugli eventi comunali o privati.

«Io ritengo essere stato eletto per affrontare le situazioni e non sfuggire da queste. Sento qualche mio collega che chiude le sale comunali e chiede agli amministratori di non presenziare ad eventi pubblici». Un riferimento alle scelte fatte da altre città, da Somma Lombardo (che ha già cancellato eventi settimana scorsa) a Varese, passando per la presa di posizione del sindaco di Busto e presidente della Provincia Emanuele Antonelli.

«Se qualcuno vuole chiudere in modo pilatesco tutto o in parte la città deve sapere che questo rischia di danneggiare la città, rischiamo di arrivare al 40-50% di chiusure dei negozi e al 40-50% di disoccupazione».

Cassani ribadisce invece che si deve «non reprimere e chiudere in casa le persone, ma educarle» e nel caso «reprimere comportamenti non idonei» (un invito anche al governo).

Oggi viene inaugurata tra l’altro a Gallarate anche la rassegna del libro Duemilalibri, con numerosi eventi, tra cui concerti e presentazioni. Scelta corretta, ribadisce il sindaco: «Andare in una sala comunale non è più pericoloso di andare sui mezzi pubblici o al centro commerciale».

Sono attese per le prossime ore anche altre misure restrittive da parte della Regione, che ha concordato con i sindaci dei capoluoghi di provincia una serie di nuove norme (vedi qui).

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 16 Ottobre 2020
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