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La fusione di Sap in Agesp alla prova del consiglio comunale di Lonate Pozzolo

Nel prossimo consiglio Lonate voterà l'atto di indirizzo per iniziare una fase conoscitiva tra Sap e Agesp, in previsione di una fusione con l'azienda di Busto Arsizio

Lonate Pozzolo generica

C’è la possibilità che Sap, la municipalizzata di Lonate Pozzolo, venga inglobata da Agesp di Busto Arsizio: la decisione ancora non è ufficiale, per ora si tratta di un atto di indirizzo, passato in commissione settimana scorsa, che andrà in votazione in consiglio comunale lunedì 24 gennaio.

La difficile situazione in cui verte Sap è sotto gli occhi di tutti, purtroppo non riesce a sostenersi sulle proprie gambe; già in una assemblea pubblica dello scorso novembre si era fatto luce sulla gestione inefficiente, che mette al rischio 40 famiglie e ha già obbligato il comune di Lonate a correre ai ripari e a provare a mettere delle pezze.

Negli scorsi mesi Agesp ha fatto una manifestazione di interesse per inglobare la municipalizzata. I prossimi passi sono l’approvazione dell’atto di indirizzo nei consigli comunali di Lonate e di Ferno, essendo soci al 50%; deliberando a favore, si aprirà un periodo di valutazione (sei mesi al massimo) per raggiungere l’accordo di fusione.

Ma in cosa consiste, concretamente, questo atto di indirizzo? «Noi soci diamo atto a Sap di iniziare le trattative di scambio di dati con Agesp: con questo scambio di dati iniziamo a conoscerci», spiega Angelo Ferrario, assessore al Bilancio di Lonate.

I vantaggi della fusione

«Noi riteniamo che Sap sia troppo piccola per andare avanti da sola: la fusione per incorporazione consentirebbe a Sap di ottenere delle economie di scala, permettendole di essere concorrente sul mercato», continua Ferrario ritenendo la proposta di Agesp vantaggiosa e opportuna «sotto l’aspetto industriale».

Il primo vantaggio consiste, una volta attuata la fusione di Sap, nel diventare azionisti di Agesp, che confermerebbe l’appoggio di Neutalia per lo smaltimento rifiuti, che per statuto applica dei prezzi di favore ai soci: «Ora stiamo provvisoriamente affidando i nostri rifiuti a Neutalia, ma diventando soci c’è l’affidamento diretto senza gara. Borsano è vicino, non dovremmo portare i nostri rifiuti a Como o a Milano, il che comporterebbe una spesa notevole in termini di logistica e di tempo».

Gli altri servizi «aggiuntivi» che derivano dall’essere parte di una società più grande e articolata riguardano la manutenzione delle strade, «che Sap non fa», e del verde.

Poi, chiaramente, con la fusione Sap smetterebbe di esistere anche a livello tecnico-amministrativo, quindi verrebbero sciolti il Cda e l’ufficio amministrativo.

Il paletto imposto da Lonate Pozzolo riguarda la salvaguardia di tutti dipendenti Sap: «Tutti i dipendenti devono essere assorbiti».

Per Ferrario ci sono i buoni propositi per un’operazione industriale che soddisfi entrambe le società: «Sulla carta ci porta ad avere servizi aggiuntivi e Agesp si ingrandisce». Visto che i matrimoni si fanno in due, «se loro sono favorevoli ad assorbici noi siamo favorevoli a farci inglobare», sottolinea.

La posizione di Ferno

Se è vero che i matrimoni si fanno in due, in questo caso bisogna aspettare un terzo attore, Ferno, in quanto socio al 50% di Sap.

Per il sindaco di Ferno, Filippo Gesualdi, è presto per lasciare trasparire una netta posizione – favorevole o contraria – alla possibilità di una fusione di Sap in Agesp: «Siamo in una fase di valutazione, l’ipotesi può essere presa in considerazione ma tutto dipende dalla valutazione economica e finanziaria. Aspettiamo di vedere tutti gli aspetti. Abbiamo fatto la commissione un mese fa, andremo in consiglio comunale a fine febbraio».

Certo è che, così, i tempi si dilatano fino a marzo-aprile.

Il centrodestra di Lonate

Il consigliere di opposizione Mauro Andreoli, nel corso della commissione aperta di gennaio, non si è dimostrato convinto dalle tempistiche, temendo un «percorso già deciso a priori come è successo con l’Unione dei Comuni di Lonate Pozzolo e Ferno».

Naturalmente la questione ha acceso lo scontro politico tra la maggioranza di Uniti e liberi e l’opposizione di centrodestra, ma non tanto sul tema, quanto sul presunto “assenteismo cronico” di alcuni consiglieri di minoranza che erano assenti nella commissione di gennaio, tra cui Michele Rusconi di Grande Nord: una critica che non è piaciuta a Rusconi, che ha giudicato l’amministrazione Rosa di agire in «stile regime marxista bulgaro anni Settanta».

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
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Pubblicato il 20 Gennaio 2022
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