Remigration summit, bocciata la mozione di censura delle opposizioni
'No' al documento delle minoranze che prendeva le distanze dalle idee del Remigration summit e censurava la concessione del Teatro Condominio per ospitare il convegno dell'estrema destra europa

Sala piena, a Palazzo Broletto, per un consiglio comunale che a più riprese è stato dedicato al Remigration summit, l’evento che lo scorso 17 maggio ha riunito al Teatro Condominio diversi esponenti di movimenti di estrema destra europei. Lungo il dibattito intorno ad una mozione presentata dalle opposizioni, che è stato infine bocciato dalla maggioranza.
La mozione delle opposizioni
Clou della serata, la discussione di una mozione presentata da Pd, OcG, Lista Silvestrini e Città è Vita. Documento che prendeva le distanze dai contenuti del Remigration summit, «idee di stampo xenofobo e razzista» le ha definite il capogruppo del Pd Giovanni Pignataro, e censurava la concessione di una sala pubblica come il Teatro Condominio perché venissero discusse.
Bocciato l’emendamento alla mozione predisposto nei giorni scorsi dalla maggioranza, ne é stato approvato uno del consigliere Massimo Gnocchi (Obiettivo comune Gallarate). Modifica che sostanzialmente recepiva due degli elementi della proposta arrivata dalle forze di centrodestra. Ovvero la condanna delle violenze avvenute a Milano in una manifestazione organizzata per contestare il Remigration summit e il sostegno alle forze dell’ordine per il lavoro svolto domenica 17 maggio.
Subito sospesa la seduta durante l’intervento di Michele Aspesi, che ha spiegato di non aver apprezzato il fatto che la mozione delle opposizioni abbia «ripreso i contenuti del nostro comunicato stampa, arrivando a conclusioni che non sentiamo nostre». Un invito a vergognarsi rivolto dal pubblico all’esponente della Lista Cassani ha portato il presidente del consiglio comunale Marco Colombo a sospendere la seduta per qualche minuto, invitando poi il pubblico al silenzio.
Di città al contrario, parafrasando il titolo del libro del vicesegretario della Lega Roberto Vannacci, ha parlato Cesare Coppe (Città è vita). Al contrario perché «in nome della libertà di espressione si vuole negare la libertà ad altri e brandendo la Costituzione si chiede di violarla e si condanna solo il dissenso espresso di fronte a delle teorie abominevoli».
Ribadendo la condanna «al razzismo e all’antisemitismo», Calogero Ceraldi (Forza Italia) si è detto dispiaciuto che le opposizioni non abbiano accolto l’emendamento della maggioranza, «avremmo potuto votare un testo unitario». Condanna della teoria della remigrazione, «sul tema dell’immigrazione quelle idee non sono le nostre» il monito riservato ai colleghi di maggioranza, anche da parte di Luigi Galluppi (Centro Popolare), ma resta valido il principio per cui «tutti devono essere messi in condizione di esprimere il proprio pensiero con modalità pacifiche e nel rispetto della legge. È strumentale dire che chi non è contrario al summit ne è complice e quindi razzista».
«Oggi Gallarate è associata a parole e idee odiose, che qualcuno vuole rendere accettabili: pane al pane, la remigrazione è pulizia etnica, supportarla significa essere complici di un piano criminale», le parole di Davide Ferrari (Pd). Alle quali il sindaco Cassani ha risposto affermando che «un’alta percentuale di delinquenti è straniera, su questo dovremmo ragionare. Dovremmo rispedire al loro paese i clandestini e i delinquenti». Parlare di queste tematiche «non è nazista, ma opportuno».
Dai banchi di Fratelli d’Italia, il capogruppo Luca Sorrentino ha accusato le opposizioni di aver compiuto «affermazioni molto gravi: se all’interno del teatro sono state suffragate tesi che vanno contro la legge e la Costituzione, state implicitamente accusando le forze dell’ordine presenti il 17 maggio di omissione d’atti d’ufficio», dacché i partecipanti al summit non sono stati denunciati. «Nessuno ha detto che qualcuno abbia commesso dei reati, ma le idee di queste persone sono palesi», la replica di Massimo Gnocchi (Obiettivo comune Gallarate).
Dura l’accusa finale che il capogruppo del Pd Pignataro ha rivolto al sindaco Cassani: «è evidente che lei stia perseguendo dei fini politici personali, per un suo sbocco politico visto che fra due anni non sarà più sindaco. Le idee del Remigration summit sono state legittimate dalla presenza massiccia di esponenti del suo partito (oltre ad un video messaggio di Vannacci, in sala c’era l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, ndr): altro che libertà di opinione, questa è convenienza politica».
«L’unica convenienza politica», la replica di Cassani, «è quella della sinistra di portare qui questa gente (gli immigrati, ndr) e di guadagnare sul processo di gestione di queste persone». Contraria la maggioranza, favorevole l’opposizione, compresa Sonia Serati (+Gallarate) che pure non l’aveva firmata, la mozione è stata bocciata tra le proteste di parte del pubblico presente in sala, parte del quale è stato accompagnato all’esterno dagli agenti della Polizia locale presenti in aula.
Il j’accuse iniziale del sindaco Andrea Cassani
In avvio di seduta, durante le comunicazioni, il sindaco Andrea Cassani era intervenuto per parlare «di un evento privato in cui dei giovani hanno parlato di remigrazione, il cui obiettivo era quello di comprendere il significato di questo neologismo». Il tema, ha aggiunto, è che «se dentro al teatro nessuno ha esposto tesi in contrasto con la legge e la Costituzione, e se fosse stato così se ne occuperebbero le autorità competenti, questa sera cosa siamo qui a fare? A celebrare un processo politico evocato dalla sinistra, che vuole evitare che si riunisca per esprimere idee politiche estreme. Noi», ha concluso, «non difendiamo la remigrazione, ma la democrazia e la libertà di pensiero che voi, sedicenti antifascisti, volete in maniera fascista vietare». Parole contestate da Giovanni Pignataro (Pd), subito richiamato all’ordine dal presidente del consiglio comunale Marco Colombo.
L’interrogazione del Pd
Dedicata al Remigration summit anche un’interrogazione presentata da Carmelo Lauricella (Pd), volta a capire chi avesse autorizzato l’affitto della sala agli organizzatori dell’evento, quando il sindaco fosse stato informato dell’evento e quanto abbiano pagato gli organizzatori per l’affitto della sala. «La richiesta è stata presentata domenica 11 maggio direttamente al gestore del Teatro Condominio (la società Melarido srl, ndr) da Andrea Ballarati, presidente di ACT (Azione, cultura e tradizione)», la risposta del sindaco Cassani, «sono stato informato non appena arrivata questa richiesta».
Il motivo? «Il gestore non ha voluto dare una risposta prima di essersi confrontato con il comune, perché sono solo gestori e non volevano prendere decisioni autonome che andassero al di sopra del loro lavoro quotidiano». Del canto suo, il primo cittadino ha ribadito, nella mattinata di lunedì 12 maggio, che «non è mia facoltà approvare o negare l’affitto di una sala. E pur quell’evento trattando tematiche potenzialmente non condivisibili, non possiamo negare ad un’associazione di pagare una sala per un dibattito». Ma quanto è stato pagato? «Non ne sono a conoscenza, è un tema che spetta al concessionario, che desumo abbia applicato le solite tariffe».
Sugli stessi temi, anche il capogruppo di Obiettivo comune Gallarate Massimo Gnocchi ha presentato un’interpellanza, accusando il primo cittadino di aver «sostanzialmente dato disco verde» all’organizzazione del Remigration summit all’interno del Teatro Condominio. Così come Sonia Serati (+Gallarate) ha ricordato di aver presentato un’interrogazione a risposta scritta.
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