Acque reflue, droga e antibiotici: “Nel Varesotto servono verità, consapevolezza e responsabilità condivisa”
Francesco Carbone (FdI): “Nessun allarmismo, ma ora si apra un dibattito serio a livello nazionale”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Francesco Carbone, di Fratelli d’Italia Lonate Pozzolo, che prende le mosse dall’analisi di Alfa srl sulle acque reflue del Basso Varesotto
Negli ultimi giorni ha fatto discutere la notizia relativa alla presenza di cocaina e antibiotici nelle acque reflue della provincia di Varese, con particolare riferimento all’impianto di depurazione di Sant’Antonino a Lonate Pozzolo.
Desidero offrire una riflessione tecnica e al contempo politica, per rispondere alle tante sollecitazioni ricevute da cittadini giustamente attenti a un tema che tocca salute, ambiente e percezione pubblica; l’impianto di depurazione di Lonate Pozzolo è uno dei più grandi e strategici della Lombardia. Serve un’ampia porzione della provincia di Varese e raccoglie anche i reflui provenienti dall’aeroporto di Malpensa, che per traffico di passeggeri rappresenta una vera e propria “città internazionale”. È quindi naturale che da questo bacino arrivino acque reflue con concentrazioni variabili di microinquinanti.
Il dato numerico va letto con attenzione: non è indice di degrado del territorio, ma espressione della funzione centrale svolta dall’impianto.
Desidero esprimere apprezzamento per il prezioso lavoro di ricerca condotto da Alfa Srl, che ha recentemente presentato – in un convegno molto partecipato – i risultati relativi alla presenza di microinquinanti nelle acque reflue, tra cui antibiotici e droghe. Si tratta di dati di grande rilevanza, non solo per il nostro territorio, ma per l’intero panorama nazionale, poiché offrono una delle prime fotografie complete sulla diffusione di queste sostanze in Italia. Le analisi svolte, complesse per la natura stessa dei composti ricercati e per la loro presenza a concentrazioni dell’ordine di pochi parti per miliardo (ppb).
Nonostante la complessità analitica, lo studio evidenzia come gli impianti di trattamento siano in grado di rimuovere oltre il 95% di queste sostanze, confermando l’efficacia del sistema di depurazione locale. È un segnale importante, che rassicura i cittadini, ma che al contempo invita alla consapevolezza e alla responsabilità condivisa nella gestione dei contaminanti emergenti.
Ritengo che questo studio possa rappresentare una base preziosa per future politiche ambientali e sanitarie. Mi auguro che anche il resto del Paese possa trarre ispirazione da questa esperienza e contribuire a costruire un quadro sempre più chiaro ed aggiornato sullo stato delle nostre acque.
Per Fratelli d’Italia, la vera sfida sta sull’abuso di antibiotici e il conseguente rischio ambientale – sanitario
Il dato più interessante, e al tempo stesso più preoccupante, non riguarda tanto la cocaina – che viene quasi totalmente abbattuta dal sistema di trattamento – quanto piuttosto l’elevata concentrazione di antibiotici residui; queste sostanze, pur essendo state digerite ed espulse dal corpo umano attraverso urina e feci, non vengono del tutto trattenute dagli impianti, finendo nei corsi d’acqua e provocando effetti ecologici gravi e un rischio concreto di antibiotico-resistenza.
Desidero concludere dicendo che è giusto informare e monitorare, ma senza cadere nell’allarmismo; Lonate Pozzolo non è un’anomalia, ma una risorsa per tutta la provincia; e la provincia di Varese non è affatto peggiore di altre, anzi si dimostra proattiva, trasparente e tecnicamente all’avanguardia grazie al lavoro di Alfa e dell’Istituto Mario Negri e l’Università dell’Insubria che hanno tracciato una strada molto importante. Ora tocca alla politica, alle istituzioni e ai cittadini fare la propria parte, con serietà e responsabilità come sono certo che avvenga con il Governo Meloni.
Francesco Carbone
Dirigente provinciale Fratelli d’Italia – Varese
“La verità viene a galla”, nelle acque del Varesotto cocaina e antibiotici
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