Riconoscere la dignità di tutti: a Samarate nasce la Casa della carità.
Tutto è pronto per l’inaugurazione di domenica. All’incontro di presentazione gli interventi dei volontari e del direttore Caritas Ambrosiana Gualzetti
“Dobbiamo educarci e riconoscere il povero non come assistito, ma come essere degno”. Così apre la serata Don Nicola Ippolito, facendo proprie le parole di Padre Dario Bossi e aprendo alla riflessione sulla differenza tra povero e impoverito. Invita il pubblico ad evitare di appellare come povero, in quanto si giudica la sua persona, quello che per lui è un impoverito, una persona succube di una condizione che l’ha colpita.
Ospiti della serata Giorgio Vismara, Lorella Trevisan e Alessandro Introini rendono le loro testimonianze sull’operato di questi anni della comunità pastorale in collaborazione con le Caritas del territorio.
Vismara ricorda che il centro d’ascolto è nato da un sogno di Maria Rosa Bergomi, durante un’assemblea plenaria nel 2016. L’idea venne presentata al consiglio pastorale che l’accettò contattando la Caritas ambrosiana per un corso formazione da offrire ai volontari dell’ascolto.
Dopo la ricerca della sede, fino ad ora in via Dante, nel 2018 il progetto è diventato operativo e organizzato. Ad oggi si sono rivolte al centro 290 persone e sono stati realizzati 1200 ascolti.
Sistematicamente avvengono riunioni di equipe con i servizi sociali del comune di Samarate e altre con i volontari del territorio e Caritas, al fine di analizzare i casi più significativi per approfondire la situazione e stabilire un progetto di assistenza.
La testimonianza di Lorella Trevisan permette invece al pubblico di entrare nel concreto dell’organizzazione del supporto offerto dal centro d’ascolto.
“Abbiamo istituito la commissione caritas, una commissione che rispettasse l’autonomia delle caritas parrocchiali le guidasse negli interventi”. Narra il percorso di conoscenza e comunicazione e come si è riusciti a far diventare le collaborazioni esclusive di alcune comunità pastorali, a disposizione di tutta la città. Conclude a nome della commissione Caritas della comunità pastorale “ringraziamo chi ha donato non solo tempo, ma anche cose concrete”.
È il turno del rappresentante dei giovani, Alessandro Introini. Racconta che la sua esperienza in Caritas è iniziata una volta eletto come membro del consiglio pastorale. Ammette che questo percorso ha fatto crescere in lui il senso di sensibilità sociale, “mi ha aperto gli occhi su quanto bisogno c’è non solo nei racconti del telegiornale, ma anche vincino, sul mio territorio”. Ecco perché creare un’unica entità che possa rispondere ai bisogni che gli assistiti richiedono.
In occasione del nuovo punto di assistenza sul territorio e del cinquantesimo anniversario di Caritas ambrosiana, interviene Luciano Gualzetti, direttore di Caritas ambrosiana.
I suoi capisaldi? Adempiere al senso di giustizia e risolvere non solo i mali ma anche le cause.
Precisa che la comunità cristiana deve essere un soggetto di carità, ma l’aiuto deve essere destinato a terminare in vista dell’ottenimento di tutele, diritti e garanzie. “Che i centri d’ascolto e i punti di carità diventino una cosa ordinaria, come non si immagina una parrocchia senza chiesa, che non se ne immagini più una senza servizi di carità”. Questa la provocazione e l’augurio che lascia alla comunità di cui è stato ospite in serata.
Nello spazio riservato al pubblico emerge il tema della disabilità, per cui non sono ancora previsti servizi nel punto samaratese insieme all’interesse per la Caritas internazionale operante in 164 Paesi.
La serata si chiude con l’intervento del consigliere Sergio Broglia che invita “chi ha imparato bene a fare del bene” ad impegnarsi in politica. L’intervento è apprezzato anche dall’ospite Gualzetti che cita Paolo VI “la politica è la più alta espressione di carità” e conclude affermando che è quella la via per creare condizioni di giustizia e riduzione degli ostacoli in modo permanente.
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